TALENTI

di Lorenzo Parolin[L1/92]

La natura non è democratica con i suoi figli; ad alcuni dà salute, bellezza e intelligenza, ad altri invece no. Con queste differenze di base è naturale che alcuni diventino ricchi e potenti ed altri restino poveri e deboli. Se ognuno fa fruttare i suoi talenti, chi ne ha di più marcia più veloce degli altri e li distanzia. Sarebbe ingiusto e insensato limitare la crescita dei più dotati, perché sono loro quelli che possono produrre di più; ed ha ragione chi vuol mandare l’uomo a briglie sciolte togliendo protezionismi, controlli, limitazioni e imposizioni di ogni tipo: sarà la vita a giustiziarlo o a premiarlo.
Ciò equivale ad approvare le idee dei liberali e la funzione selettrice del mercato.
Fino a questo punto però, non si è ancora considerata la presenza della forza negativa dell’egoismo. Sotto il suo influsso l’uomo non usa i suoi talenti per produrre altri talenti, ma per impossessarsi di quelli prodotti dagli altri. Anziché fare tutto il percorso assegnatogli dalla natura in base alle sue capacità, egli bara al gioco e si presenta al traguardo, ad intascare il premio, dopo aver tagliato la strada.
Nel libero mercato, gli egoisti più forti formano le classi e le nazioni dominanti, raccogliendo con furbizia il frutto del lavoro di quelle più umili: in altre parole sfruttandole.
Tutto ciò non è accettabile; allora alcuni insorgono giustamente e gridano allo scandalo.
“Eh no! amico bello – dicono - tu non sfrutti impunemente le classi deboli”. E diventano difensori, controllori, giustizieri, moralizzatori e ridistributori.
Così è nato lo Stato: opponendo il potere politico al potere economico.
Convenzionalmente il liberalismo e il libero mercato sono classificati come idee di destra, mentre il potere politico e lo Stato, per contrapposizione, sono idee di sinistra.
L’egoismo però agisce anche sulle sinistre. Esse non si limitano a calmierare le destre, ma usano i loro talenti per diventare una classe eminente, facendosi mantenere dai deboli che difendono e dalle destre sulle quali intervengono. Quando la rete di controlli distesa dalle sinistre è così fitta da diventare un peso eccessivo per la comunità (una vera oppressione), le destre fanno la scalata al potere politico per ridurre lo statalismo ed aprire al mercato. Se il nuovo equilibrio si sposta troppo, qualche anno più tardi tornano le sinistre, sterzano verso uno Stato più forte e chiudono al mercato. Lasciando agire le destre si allarga la forbice tra ricchi e poveri; lasciando agire le sinistre si umiliano troppo i più intraprendenti e si arresta lo sviluppo.
Le destre, soffocando i deboli, preparano le guerre e le rivoluzioni che distruggeranno violentemente il sistema; le sinistre, invece, il sistema lo soffocano da subito impedendone la crescita. Hanno ragione le destre quando si scagliano contro l’egoismo delle sinistre ed hanno ragione le sinistre quando inveiscono contro quello di destra; ciononostante hanno torto entrambe: che sia di destra o di sinistra l’egoismo produce sempre e solo danni.
Qualcuno parla di una terza via che coniughi e temperi quelle esistenti, ma se non si agisce a monte sugli uomini, rendendoli altruisti, ogni nuova strada conduce ad una fossa.
La natura ha stabilito saggiamente che, per avere pace, giustizia, efficienza, serenità e soddisfazione, ognuno debba mettere a frutto tutti i suoi talenti, eliminando le scorciatoie dell’egoismo. Se l’energia di cui uno è dotato non viene trasformata tutta in lavoro dentro il circuito prestabilito, ma  agisce su un percorso più breve, origina una scarica di cortocircuito con danni ingenti.
Una volta dominato l’egoismo, chiunque voglia competere nel fare, farà solo del bene; chiunque voglia organizzare la società, la farà progredire di più. Le debolezze di destra e di sinistra sono le stesse: vengono dallo snobbare le leggi del Sinai e dall’assecondare i vizi capitali. Quando tutti riconosceranno quelle debolezze, allora rimedieranno all’errore madornale di cercare prima di tutto il loro bene e poi quello della società.
Io ho visto una casa fatta costruire da tre fratelli che sapevano in partenza quale sarebbe stato il loro appartamento. Erano sempre in cantiere per cercare di avere i materiali migliori per sé e scadenti per gli altri, per farsi fare delle modifiche di nascosto e per annullare quelle degli altri. Il risultato finale fu che si lesinò sui materiali di tutti, si perse molto tempo (e quindi molto denaro) a causa delle discordie, e alla fine i fratelli diventarono nemici.
Qualche mese dopo, a cento metri di distanza ho visto lo stesso progetto realizzato da altri tre fratelli i quali però hanno estratto a sorte i loro appartamenti dopo la fine dei lavori. Poiché ciascuno dei tre appartamenti poteva essere il proprio, nessuno risparmiò sui materiali e sulle finiture e ciascuno controllò che l’impresa lavorasse bene e non perdesse tempo. Alla fine, pur essendo costata di meno, questa abitazione non sembrava per niente uguale a quella dei vicini; inoltre, questi fratelli rafforzarono la loro amicizia. La prima casa fu il risultato della ricerca del bene individuale, la seconda, della ricerca di quello comune.
La risposta adeguata ad ogni problema umano viene dalla sostituzione del metodo egoistico con quello altruistico, e ciò è possibile solamente al motto di: più Dio per tutti. Trovare Dio ti risolve la vita, dà ad essa significato e te la semplifica.

Ma per trovare Dio bisogna scomodarsi a cercarlo nel posto giusto; chi resta in pantofole sdraiato sul divano, oppure va per spiagge, non raccoglierà mai funghi, mentre chi cammina per il bosco, un bel giorno, con sua grande gioia, li scoprirà.